Sito denuclearizzato

martedì 11 ottobre 2011

REPORT TOUR 1° weekend: carovana in Piemonte ... verso Roma !

Il Tour antinucleare 2011, nel suo primo week-end, ha attraversato il Piemonte nuclearizzato: la ex centrale di Trino Vercellese (7 ottobre), il presidio NO TAV a Giaglione (8 ottobre), il deposito di scorie a Saluggia (9 ottobre).
Saluggia
, in particolare, può essere considerato oggi, stante le informazioni attualmente disponibili, il posto più pericoloso per gli italiani tutti, non solo per i vercellesi: vi si può sviluppare - sostiene il premio Nobel Carlo Rubbia, una "catastrofe planetaria". Il deposito Avogadro, di proprietà SOGIN, che stocca i due terzi dei rifiuti radioattivi di tutt'Italia, è a ridosso (a soli 200 metri) della Dora Baltea, affluente del Po, ed è stato alluvionato 3 volte: nel 1993, nel 1994 e nel 2000. Contiene centinaia di elementi di combustibile irraggiato, tra i quali 64 elementi di tipo MOX, contenenti Plutonio. Per farla breve, una alluvione, sempre incombente, un po' più forte di queste già verificatesi e possiamo dire addio alla falda acquifera ed al fiume Po, con contaminazioni radioattive ad altissimi livelli.
Dal Po si passerebbe all'intero Mediterraneo: di qui l'allarme di Rubbia, lanciato a proposito dell'alluvione del 2000.
A Trino, il 7 ottobre sera, si è svolto un dibattito nella sala del consiglio comunale.
Fausto Cognasso, del locale comitato antinucleare, ha sottolineato come in Piemonte sia stata presente tutta la filiera nucleare: preparazione, con riferimento a Bosco Marengo e ad Eurex di Saluggia, del combustibile (anche per usi militari), "bruciatura" dello stesso negli impianti per la produzione elettrica (Trino), stoccaggio delle scorie radioattive (Bosco Marengo, Saluggia e Trino). Alla Baita Clarea, accanto al NON-cantiere ultramilitarizzato spacciato per quello per il tunnel TAV (si tratta in realtà di trivellazione su vecchi carotaggi), ci si è incontrati con gli attivisti NO-TAV ed in particolare con Mario Actis, del circolo Legambiente Vallesusa, che ha "seguito" i blocchi nonviolenti dei trasporti di materiali nucleari diretti in Francia (a febbraio e a luglio, con svariati arresti e pestaggi da parte delle forze di polizia).
Sono trasporti di una estrema pericolosità, e che diffondono radiazioni a prescindere da pur probabili incidenti ferroviari, che potrebbero contaminare l'intera pianura padana. Questo, in assenza di piani di protezione civile e di radioprotezione per la popolazione (e così violando leggi nazionali e regionali).
A Saluggia, il 9 ottobre, si è tenuta un assemblea in piazza. Giampiero Godio, di Legambiente Regione Piemonte (responsabile settore energia), ha ribadito che, dopo il referendum vittorioso, va affrontata la questione della "sicurezza nucleare" come questione nazionale.
"- Quando iniziano i lavori per il deposito D2 noi saluggesi faremo le barricate e chiameremo tutti qui a darci una mano-".
Per noi del Tour antinucleare, anche considerando il fatto che "Fermiamo il nucleare" a livello nazionale si è - a nostro parere - improvvidamente sciolto, e che il "Forum per l'energia" non riesce a partire (la riunione del 30 ottobre a Porto Tolle è saltata), sarebbe importantissimo che le realtà di base si coordinassero direttamente, elaborassero un documento su come attuare la volontà referendaria, indicassero percorsi concreti di mobilitazione e di lotta.
Il problema è come dare rappresentanza e peso a 27 milioni di italiani che con il voto di giugno, sull'onda di Fukushima, hanno espresso una volontà molto precisa: non imbarcarsi in nuove "disavventure" nucleari, evitare, per quanto possibile, l'insicurezza del "vecchio" nucleare (quindi dismetterlo nel modo migliore), farla finita, insomma, con l'incubo atomico una volta e per tutte, stanando il "mostro" ovunque tenti di rifugiarsi.
Di qui l'esigenza del coordinamento europeo che può essere costruito a partire da Cannes, al controvertice di movimento che si terrà il in occasione del G20 convocato per prendere decisioni sulla crisi dell'euro.
Stiamo ora preparando il week-end laziale: il 14 ottobre in giornata visita al deposito di plutonio del Centro Enea di Casaccia - Roma, la sera dibattito alla EX LAVANDERIA di Piazza Santa Maria della Pietà, 5 - Roma; il 15 ottobre la partecipazione con uno spezzone antinucleare al corteo degli indignados europei; il 16 ottobre alla centrale incompiuta di Montalto di Castro - Viterbo


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