giovedì 26 novembre 2009
Rinviato il processo a Turi ed Agense, slitta la mobilitazione del 27 novembre a Vicenza!
lunedì 23 novembre 2009
Solidarietà ad Agnese e Turi! Il 27/11 TUTTI A VICENZA!
giovedì 12 novembre 2009
Turi Vaccaro arrestato a Vicenza domani processato!
Arrestato a Vicenza Turi Vaccaro- Pellegrino di PaceFermiamo il Fuoco Atomico solidarizza con l'attivista nonviolento dei "Ploughshares"
Diceva che lo aveva ricevuto proprio per favorire questa azione. Per quanto ci riguarda, sottolineamo come le pratiche di azione diretta rappresentino un invito simbolico a non mollare, a non rassegnarsi, a non accettare "compensazioni", ma a proseguire con la non collaborazione attiva - individuale e di massa - nei riguardi delle strutture dell'ingiustizia e della violenza organizzata, quali le basi militari di supporto ad un modello offensivo, nuclearizzato e guerrafondaio, nel contesto della NATO. Aspettiamo e sollecitiamo l'immediato rilascio di Turi sicuri della sua disponibilità ad organizzare con noi l'attività di "Nukewatch" intorno alle ex centrali nucleari italiane che ospitano le scorie radioattive: dobbiamo monitorare ed ostacolare i pericolosi movimenti di trasporto su treni notturni (uno alla settimana) verso Sellafield - in Gran Bretagna - e ritorno, dove le suddette scorie, dopo il ritrattamento, vengono depositate temporamente accanto agli impianti. (Latina, Trino, eccetera, verranno riattivate con tecnologia EPR in seguito agli accordi Berlusconi-Sarkozy sul rilancio dell'atomo sedicente "di pace"). |
Turi Vaccaro, il pellegrino di pace dei "Plougshares", il "Martello di Dio", il Diogene contemporaneo, sarà processato domani mattina, 13 novembre, inizio udienza ore 9.00, per direttissima dal Tribunale di Vicenza, imputato dell'art.260 cp ("introduzione clandestina in luogo militare"), per il quale rischia da 1 a 5 anni di carcere.
E' stato arrestato ieri, 11 novembre, per essere entrato, in compagnia di una donna vicentina, di nome Agnese, nell'area militare del Dal Molin, dove dovrebbe essere edificata la "Ederle 2", per dar vita alla simbolica "semina di S. Martino".
Turi è attualmente detenuto presso il carcere di S. Pio X, mentre Agnese, in un primo tempo trattenuta presso il comando Setaf della Ederle 1, è stata subito rilasciata dopo il fermo.
Diversamente dall'Olanda, nel caso degli F16 "disarmati" nel 2005 a colpi di mazza, in cui era "gestito" dall'avvocato Meindert Sterling, presidente della IALANA, Turi ha deciso di rifiutare ogni difesa legale, anche se sarà assistito d'ufficio dall'avvocato Claudio Mondin, procuratogli da Agnese.
Per esperienza personale, avendo scontato - tra l'altro - 8 mesi di carcere preventivo per essere entrato nella base di Comiso nel 1983, posso dire con cognizione di causa che la magistratura tende a sdrammatizzare e derubricare le "invasioni pacifiste" di basi militari nell'art. 682, riguardante l' "ingresso arbitrario in luoghi, ove l'accesso è vietato nell'interesse militare dello Stato".
L'art. 682 è una semplice contravvenzione, non un reato, ed è punito con l'arresto di tre mesi - fino al massimo di un anno - sanzione comunque commutabile in una semplice ammenda, che non macchia il certificato penale (al sottoscritto chiesero a suo tempo, con la sentenza dei giudici di Ragusa, solo 100.000 lire!).
Naturalmente nessuno può mettere la mano sul fuoco su ciò che deciderà il Tribunale di Vicenza, se si considera la discrezionalità ai limiti dell'arbitrarietà che caratterizza fisiologicamente il funzionamento della "malagiustizia" italiana.
Conoscendo benissimo l'amico Turi, che frequento fraternamente da decenni, me lo immagino al momento felice come una Pasqua. Egli è un nonviolento d'assalto, e vive secondo la convinzione gandhiana che "in un sistema ingiusto, il posto giusto per l'uomo giusto è il carcere".
La libertà è il controllo autogestito del tempo per potere seguire il proprio sogno di pace, non dipende in modo decisivo da costrizioni spaziali esterne.
Questa libertà diventa piena felicità quando ottiene l'inserimento in una comunità che riconosce ed apprezza il tuo contributo.
Tutto il resto è la paura inutile che ci rende meschini, sopravviventi, quindi vivi solo a metà.
La nonviolenza, nella concezione gandhiana, è il massimo del coraggio. Qual è il contrario dell'amore? Secondo Gandhi la paura, non l'odio. Profondo, no?
Turi cita spesso il passo evangelico sui gigli del campo: la cosa essenziale è occuparci del Regno di Dio, lottare per la giustizia; il resto ci viene dato in sovrappiù.
Potete stare sicuri che egli non teme la galera. Dopo l'azione di Woensdrecht contro gli F16 avrebbe potuto scappare, ma si è lasciato prendere ed arrestare volontariamente.
La disobbedienza civile gandhiana non si compie calandosi il passamontagna sul volto, ma a viso aperto, in piena e pubblica responsabilità, talvolta rivendicando il "massimo della pena".
Siamo noi, movimento, che - al contrario - dobbiamo darci da fare per rivendicare la legittimità della protesta di Turi: non è illegale seminare la terra custodita dalla comunità vicentina, illegale e anticostituzionale è occuparla e profanarla con una struttura di guerra.
E questo vale per tutte le basi NATO che infestano la nostra Italia, espressione di un modello offensivo, belligeno, nuclearizzato.
Per questo dobbiamo esigere che Turi sia liberato subito e dobbiamo trarre esempio dal suo coraggio e dal suo spirito di resistenza.
Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari
SOLIDARIETÀ DEL PRESIDIO NO DAL MOLIN A TURI E AGNESE
Il Presidio Permanente solidarizza con i pacifisti autori
del pacifico blitz all'interno del cantiere della nuova
base Usa al Dal Molin e invita tutti ad esprimere la propria
solidarietà e la richiesta di rilascio di Turi,
attualmente rinchiuso nel carcere di S. Pio X.
Agnese è una cittadina di Vicenza. Turi è un amico della
nostra città. Entrambi hanno deciso di penetrare
all'interno del cantiere del Dal Molin, per piantare
pacificamente dei fiori, portando un messaggio di pace. In
questo momento Turi si trova in stato di fermo e trattenuto
nel carcere di S. Pio X.
Quella messa in atto è un'azione gandhiana, che mette in
pratica i richiami alla speranza e alla pace giunti a
Vicenza anche negli ultimi giorni, riaffermando
concretamente la volontà di continuare a difendere la
città, non arrendendosi, a differenza di altri, di fronte
alle difficoltà. Quest'azione trasmette chiaramente un
messaggio di volontà e speranza, nel proseguio del cammino
di tanti uomini e donne che, da tempo, hanno deciso di non
voltarsi dall'altra parte di fronte al sopruso ai danni
della nostra città e all'arroganza di chi vuole rimanere
sordo di fronte all'indignazione di una comunità. In
questa città chi sradica gli alberi per far posto ad una
base militare merita di essere protetto, mentre i veri
cittadini che cercano di difendere la propria terra vengono
arrestati per il semplice fatto di piantare semi di
speranza, anziché pali di cemento che comprometteranno per
i prossimi decenni la falda acquifera.
Agnese e Turi meritano il plauso e la solidarietà di tutti
coloro che continuano a ritenere il Dal Molin una ferita
inferta a Vicenza e ai suoi cittadini. A loro vogliamo far
sentire il calore umano di questa comunità, vogliamo
stringerli in un simbolico e prottettivo abbraccio.
Per questo chiediamo a tutti di venire a manifestare
pubblicamente la propria solidarietà stasera alle 18.30
nel piazzale antistante il carcere di S. Pio X.
La voglia di pace non si arresta, vogliamo Turi nuovamente
in mezzo a noi.
www.nodalmolin.it
********************************************************************
Presidio Permanente No Dal Molin
Via Ponte Marchese - Vicenza
c.p. 303 36100 Vicenza
www.nodalmolin.it
lunedì 26 ottobre 2009
Lo scudo europeo di Obama
Oggi 26 ottobre, ore 21.00, alla LOC, via Mario Pichi, 1 - Milano
Accogliamo Turi Vaccaro, staffetta del "Cammino di Nonviolenza" che è partito a piedi da Napoli il 6 agosto e si dirige a Vicenza, inoltre la performance di Julio Montesinos, alias "Tumba Tumba"
Tel. 02-58101226
A commento delle notizie sullo scudo antimissile europeo (vedi articolo del "Manifesto" sotto riportato), stavolta candidato NATO e non USA, bisogna sempre ricordare che Barack Obama, in quanto presidente USA, se non è il guerrafondaio Bush, non è nemmeno la "stella pacifista" dipinta dagli editoriali di Raniero La Valle.
Nell'ambito del sistema a centralità MIEC (complesso militare-industriale-energetico "duro") il mondo senza armi nucleari può portare solo - sono costretto a ripetermi - ad una "deterrenza minima", che tiene conto dell'obsolescenza tecnologica del megatonaggio bruto.
La tecnologia della Bomba Atomica è destinata inevitabilmente a diffondersi: di qui l'esigenza di controllare l'accesso al "club" delle potenze nucleari LATENTI per salvare l'apparenza del TNP - Trattato di Non Proliferazione nucleare .
La nuova strategia americana si presenta come un mix di strumenti diplomatici e tecnologici di controllo sulla produzione e distribuzione di materiale fissile, di reti di sistemi antimissile in grado di difendere gli Stati Uniti ed i suoi alleati (NATO, Giappone...) e di una riconversione degli arsenali verso armi di nuova concezione (le armi ambientali) e di nuova generazione tecnologicamente molto avanzate, addirittura basate su nuovi principi fisici, che altri paesi non sono in grado di sviluppare, al fine di conservare, ad un nuovo livello, il "monopolio" tecnologico militare.
Quello che si può sperare di ottenere, con Obama impegnato dal Premio Nobel, ma soprattutto grazie alla mobilitazione della società civile internazionale, è la fuoriuscita dalla centralità della "guerra infinita" nel sistema delle relazioni internazionali, che dovrebbe ridimensionare il ruolo e le pretese del militarismo transnazionale. Non è poco, nell'attuale momento storico.
Il discorso è sosfisticato per coloro che preferiscono recitare il mantra degli "imperialisti" tutti ugualmente "cattivi" allo stesso modo. Ma va sviluppato ed approfondito se si parte dal concetto che le trasformazioni rivoluzionarie richiedono una base di "verità fattuale"...
da "Il Manifesto" 24 ottobre 2009
EST-NATO Sì di Varsavia e Praga a Biden
Obama lancia il nuovo «scudo» antimissile Usa - di Tommaso Di Francesco
Questo giornale, il 17 settembre scorso, non ha esitato a commentare positivamente la scelta di Barack Obama di rinunciare al sistema di Scudo antimissile avviato due anni prima da Bush, che prevedeva 10 rampe di missili intercettori nel nord della Polonia e una megabase Radar nella Repubblica ceca, a nemmeno 70 chilometri da Praga, e che veniva sancito unilateralmente con accordi diretti, sorpassando anche l'Alleanza atlantica. Fu una dura iniziativa, lanciata ufficialmente contro il pericolo iraniano, intanto però schierata - basta vedere la cartina dell'Europa centrale - alla frontiera della Russia. Uno Scudo avvertito da Mosca come una minaccia, tantopiù che già la tragica strategia di allargamento a est della Nato metteva, e mette, in pericolo gli equilibri usciti dalla Guerra fredda con una vera e propria offensiva di basi militari occidentali dentro i paesi dell'ex Patto di Varsavia e dell'ex Urss. La crisi ucraina e il conflitto armato lanciato dalla Georgia nell'estate del 2008 hanno reso evidente questo scenario.
La strategia di Bush fidava sull'accettazione di alcuni paesi chiave in Europa, a partire dall'Italia che, nel febbraio del 2007 aderì con il governo di centrosinistra Prodi al trattato sullo Scudo antimissile in silenzio, senza che la coalizione di governo ne sapesse alcunché e senza dibattito parlamentare. Era gravissimo, anche perché lo Scudo che veniva presentato come «di difesa» era in realtà un'arma micidiale dotata della potenzialità del first strike (primo colpo), per testate capaci di montare anche armi atomiche.
Obama un mese e mezzo fa apportò una svolta sostanziale, straordinaria e importante, ma «non di pace». Visto che motivava la decisione - certo, all'interno di un discorso generale sul fine alla corsa mondiale al riarmo atomico - con la scarsa efficacia, attendibilità scientifica e operativa dello Scudo antimissile avviato da Bush. Si preoccupò anche di ringraziare le leadership dell'est, polacca e ceca - alleate di Bush nella guerra all'Iraq - per la disponibilità ad accettare quel pesante sistema d'armi e promettendo un ricoinvolgimento nel nuovo sistema di difesa. In quello stesso giorno il ministro della difesa Robert Gates, lo stesso di Bush ma confermato da Obama, spiegò che il nuovo piano antimissili Usa si sarebbe dispiegato con maggiore forza e capacità a partire dal 2015 in strutture mobili, con l'uso della navi da guerra Usa «per proteggere l'Europa da minacce immediate».
Ora arrivano le conferme, gravi, del nuovo Scudo di Obama, forse perfino più pericoloso perché sarà impiantato su una «architettura mobile» e anche questo posizionato a est, in Polonia e nella Repubblica ceca, probabilmente negli stessi siti previsti per lo Scudo di Bush. Unica «novità», la Nato stavolta è informata e partecipe.
È stata la missione di quattro giorni del vice-presidente americano Joe Biden - l'uomo che rappresenta gli interessi dell'industria (anche delle armi) dell'America e il protagonista «democratico» dell'allargamento a est della Nato per l'amministrazione Clinton - a rilanciare con lo Scudo di Obama. Con l'intento dichiarato di «sostenere e rassicurare» i governi di Varsavia e Praga: l'impegno per un sistema missilistico non era abbandonato. Ora sappiamo così che il nuovo approccio Usa è basato sul dislocamento nel 2011 di alcune navi Usa nel Mediterraneo e nel Mare del Nord (dotate di potenti sensori radar e missili intercettori SM-3 a medio raggio) e sulla installazione nel 2015 di una versione più sofisticata degli stessi missili nelle basi terrestri in diversi Paesi, a partire dalla Polonia e dalla Repubblica ceca. Stavolta aperto a tutti gli Alleati atlantici. Questa è la nuova «architettura» che Biden ha spiegato al primo ministro polacco Tusk ben contento di continuare la tradizione di sponda americana, e al primo ministro ceco Fischer. Rassicurando entrambi che non c'è stata nessuna trattativa segreta con Mosca su questo. Così, secondo le precisazioni di Biden già a novembre verrà a Praga una squadra di esperti americani per discutere «l'architettura» - rieccola - del nuovo sistema di difesa. E Fischer ha sottolineato che Praga innanzitutto deve «trovare e concretizzare» il suo posto nel nuovo sistema di difesa sulla base delle informazioni che fornirà Washington. Il vicepresidente Usa ha rilevato che gli Usa prendono la Repubblica Ceca per un Paese «sufficientemente evoluto» in grado di decidere da solo il suo posto nel nuovo sistema. Sembra di capire che l'«evoluzione» consista nell'accettazione comunque di un sistema d'arma micidiale.
Anche stavolta stesso discorso a Bratislava, in Slovacchia - l'altra terra che componeva con la Boemia-Moravia la Cecoslovacchia -, al vertice Nato sull'Afghanistan, del ministro della difesa Usa Robert Gates arrivato a coinvolgere la Nato, superando l'unilateralismo di Bush ma confermando la nuova «architettura» di armi micidiali alla frontiera con la Russia, ufficialmente per il «pericolo Iran». Mosca, per ora, tace.
È incredibile che l'unica motivazione adottata da Obama, Biden e Gates sia stata quella di rassicurare i governi polacco e ceco su sovvenzioni e congrui affari nella trasformazione del territorio dei due paesi in basi di guerra. Senza riflettere sulla forte opposizione popolare nei due paesi alla installazione di nuove basi militari, che ha visto scendere in piazza una nuova generazione e, a Praga, anche i «vecchi» portavoce di Charta 77. A venti anni dall'89, che direbbe Dubcek di questa devastazione?
martedì 29 settembre 2009
CODEX ALIMENTARIUS - lento sterminio di massa
EXPO 2015 con il suo tema "Nutrire il Pianeta" potrebbe diventare la porta di accesso per gli OGM in Europa (tra le poche fette di mondo ancora sotto questo aspetto, abbastanza incontaminate), nonchè la vetrina "universale" del gruppo di potere che intende tenere in pugno l'umanità intera prendendola letteralmente per la gola ... il nuovo ordine alimentare, capeggiato dalla MONSANTO (guarda il film "IL MONDO SECONDO MONSANTO") è già in agguato ed il loro "codice" entrerà in vigore il 31/12/09 ...
NON C'è TEMPO DA PERDERE!
venerdì 29 maggio 2009
Novara: 2 GIUGNO h15 Corteo contro guerra e cacciabombardieri F35 + intervista
SCARICA E DIFFONDI IL VOLANTINO:
|
giovedì 14 maggio 2009
Nucleare via libera del senato
DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA
La Repubblica di ieri (13-5-09) ci informa che il Senato ha dato il via libera al ritorno del nucleare in Italia.
"Ieri l'assemblea di Palazzo Madama ha approvato (con 142 sì e 105 no: sì del Pdl e dell'Udc, no del PD e dell'Idv) gli articoli 14-15 e 16 del disegno di legge "Sviluppo ed energia" che danno al governo la delega per adottare entro sei mesi (nel precedente testo si parlava del 30 giugno 2009), e dopo una delibera del Cipe, più decreti per il ripristino dell'intera filiera di produzione dell'energia atomica...
... Sono previste procedure velocizzate per la costruzione delle centrali da parte di consorzi: la cosiddetta "autorizzazione unica" che sotituisce ogni tipo di licenza e nulla osta tranne la VIA e la VAS...
... Sono previste inoltre misure compensative in favore delle popolazioni interessate...
... Nel febbraio scorso Berlusconi e Sarkozy hanno già siglato una intesa per la produzione di energia nucleare che coinvolge EDF ed ENEL...
... I siti saranno oggetto di segreto militare...
... Sono stati inseriti emendamenti migliorativi da parte del PD, accolti dal governo: uno di questi prevede che i benefici compensativi ai cittadini che vivono in prossimità delle nuove centrali saranno a carico delle imprese..."
Per quanto riguarda i siti dove localizzare le nuove centrali, Maurizio Ricci, nel suo dossier, pubblicato sempre su Repubblica di oggi, parte dalla mappa del CNEN disegnata negli anni '70.
In Lombardia l'area più idonea si troverebbe nel mantovano ...
MEGLIO ATTIVI OGGI CHE RADIOATTIVI DOMANI
A le fonti fossili ( petrolio innanzitutto) sono in esaurimento e ciò provoca crisi economica, ma anche guerre e distruzione
B la combustione dei fossili ha aumentato l’anidride carbonica ( CO2) nell’aria che ha provocato l’aumento della temperatura sul pianeta
C I paesi ricchi di risorse energetiche e naturali sono quelli in cui la popolazione è più povera perchè subisce la depredazione del proprio Territorio da parte delle multinazionali
PER FAR FRONTE A QUESTI PROBLEMI STRAORDINARI È NECESSARIO :
A sviluppare in modo massiccio fonti rinnovabili di energia ( solare, fotovoltaico, eolico) che devono essere promossi con incentivi pubblici e l’utilizzo della leva fiscale.
B ridurre i consumi di energia favorendo i mezzi pubblici,le biciclette, riutilizzando le risorse, diminuendo i rifiuti
C aumentare l’efficienza energetica con la riqualificazione degli edifici e degli elettrodomestici
CIÒ CHE NON SI DEVE ASSOLUTAMENTE FARE
È RITORNARE AL NUCLEARE CIOÈ COSTRUIRE NUOVE CENTRALI NUCLEARI COME VUOLE FARE IL GOVERNO BERLUSCONI.
Dobbiamo rifiutare il nucleare, come abbiamo già fatto nel referendum del 1987 perché:
1 le centrali nucleari hanno costi molto elevati (5 miliardi di euro l’una) che gravano sulle nostre finanze e richiedono tempi di costruzione molto lunghi (10 anni circa)
2 le centrali nucleari continuano ad avere problemi di sicurezza per le popolazioni (in questi anni ci sono stati tanti incidenti nucleari che spesso vengono sottaciuti). La radioattività è una delle cause dell’aumento di leucemie e tumori
3 le centrali nucleari hanno problemi di smaltimento delle scorie radioattive e del materiale nucleare ( non abbiamo ancora smaltito le scorie delle centrali nucleari di 30 anni fa. Nella bolletta alla voce A2 paghiamo una retta per il loro smaltimento. Nessun Comune le vuole sul suo territorio)
4 l’uranio che serve per le centrali nucleari è una risorsa in via di esaurimento ( ci sarà solo fino al 2050) e costa moltissimo, richiede molta energia per estrarlo
5 le centrali nucleari richiedono enormi quantità d’acqua, un bene che sta scarseggiando
6 le centrali nucleari producono CO2 durante l’estrazione, il trasporto, la purificazione e l’arricchimento dell’uranio ( gli impianti di arricchimento utilizzano impianti a carbone), durante la costruzione delle centrali e nella fase di smantellamento
7 il nucleare civile è legato al nucleare militare, espone quindi il mondo a rischi di proliferazione delle armi nucleari e al terrorismo ( è l’argomento che viene portato contro l’Iran)
8 il nucleare civile è un modello che richiede sistemi di gestione autoritari, centralizzati ed antidemocratici. Non a caso le centrali nucleari civili vengono considerate alla stregua di siti militari.