Sito denuclearizzato

giovedì 26 novembre 2009

Rinviato il processo a Turi ed Agense, slitta la mobilitazione del 27 novembre a Vicenza!

Rinviato il processo del 27 novembre a Turi (Salvatore) Cordaro Vaccaro
 
Stamattina abbiamo telefonato all'avvocato Maurizio Corticelli.
Condivide pienamente l'impostazione che abbiamo proposto per gestire il processo sulla "semina di S. Martino" (vedi documento sotto riportato). Quindi accetta di fare il difensore per Turi
Ma ci informa che l'udienza del 27 novembre verrà rinviata perchè c'è lo sciopero degli avvocati sulla situazione carceraria, cui aderisce.
Questo, ovviamente, significa che la mobilitazione per il 27 novembre salta, ma tutto quanto si stava preparando per l'occasione vale benissimo per la data in cui sarà fissata la nuova udienza.
La proposta del "Gruppo di sostegno ad Agnese e Turi" è stata accolta nella riunione,  di ieri alla Casa per la Pace di Vicenza, come pure quella di una conferenza stampa il giorno del processo.
Nella conferenza stampa, oltre ad Agnese e Turi, prenderebbero la parola anche le persone disponibili a ripetere il gesto di Agnese e Turi (proposta della "semina a staffetta").
Ricordiamole: Alberto L'Abate, Alfonso Navarra, Alessandro Santoro, Pierluigi Ontanetti (tutti comunque condizionati ad una strategia concordata unitariamente con i movimenti vicentini), e Turi stesso e/o attivisti Ploughshares europei che contatterà Turi.
La lista delle adesioni dei disponibili è aperta.
Sotto riportiamo sia la scaletta per il processo che abbiamo sottoposto a Corticelli, e accettata dall'avvocato, sia una lettera di Alberto L'Abate che ribadisce la sua disponibilità a partecipare alla "semina a staffetta".
Alfonso Navarra ci tiene a sottolineare che le modalità di questa ultima iniziativa devono essere "trasparenti e pubbliche": i due aggettivi che qualificano essenzialmente il comportamento nonviolento, che si contrappone appunto a segreto e non comunicato, ad es. calato dall'alto su azioni in corso, tipico dell'organizzazione militare o di chi prende a modello l'organizzazione militare.
Turi ricorda che scrivere al Ministero della Difesa ed alle autorità militari preposte per metterli a conoscenza delle nostre intenzioni e delle nostre modalità nonviolente (mantenendo ovviamente dettagli riservati: bisogna distinguere tra riservatezza e segreto) serve anche per ridurre le probabilità di essere sparati addosso nei tentativi di ingresso (o anche dentro).
E' bene che anche il soldato inesperto sia rassicurato, con le stesse modalità dell'azione (alla luce del sole, con simboli riconoscibili, con comportamenti composti), di non trovarsi di fronte a terroristi.
Non sono preoccupazioni pleonastiche perchè è già avvenuto che attivisti siano stati "gambizzati" o morsi da cani lasciati liberi....
 
Fermiamo chi scherza col Fuoco Atomico - c/o Campagna OSM-DPN - via Mario Pichi, 1  - Milano
tel. 02-58101226 - cell. 349-5211837

lunedì 23 novembre 2009

Solidarietà ad Agnese e Turi! Il 27/11 TUTTI A VICENZA!

Mozione di solidarietà con Agnese e Turi e di impegno antimilitarista ed antinucleare
 
Il Coordinamento politico della Campagna di Obiezione di Coscienza alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta, riunitosi a Milano il 22-11-09
 
solidarizza con Agnese Priante e Turi Cordaro Vaccaro (Turi preferisce usare il cognome di sua madre), "colpevoli" di essere entrati nella base americana Dal Molin il giorno 11 novembre per la "semina" di San Martino. L'azione di Agnese e di Turi è espressione di un "sentire comune" dell'area nonviolenta e del movimento disarmista e no-war: essa si lega strettamente alla Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza alla quale Turi ha voluto partecipare a conclusione del cammino da Napoli a Vicenza, supportato dal Coordinamento "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico".
 
La loro azione è stata subito riconosciuta anche a Vicenza dai soggetti di movimento che auspicano in tempi brevi una "mobilitazione unitaria nelle sue varie componenti, con, in prima fila, quella nonviolenta". Sono arrivate in proposito varie proposte interessanti, tra le quali quella di "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico": ha raccolto la disponibilità di persone a ripetere il gesto della "semina" sia a Vicenza, sia in analoghe realtà italiane.
 
Gli antimilitaristi nonviolenti possono trasformare l'azione di Agnese e di Turi in un'occasione per l'intero movimento contro la base Dal Molin. Questo è anche il proposito di Agnese e di Turi : loro non hanno mai pensato a un'azione individuale ma, al di là delle pesanti conseguenze personali, sperano ancora in una risposta collettiva e in un coinvolgimento unitario del movimento.
 
Per dare significato politico all'azione di Agnese e di Turi, per tracciare da questa un possibile percorso condiviso all'interno del movimento No dal Molin, chiediamo a tutti di incontrarsi a Vicenza il 27 novembre, la mattina in cui sarà celebrato per direttissima il processo a Turi, imputato del 260 cp, per il quale rischia fino a 5 anni di carcere.
 
Questo incontro, oltre che un necessario momento di solidarietà, può rappresentare anche una occasione di confronto e di coordinamento per coloro che contestano non solo Vicenza, ma tutte le vecchie e nuove strutture militari (es. Sigonella, Taranto, Napoli, Cameri, Ghedi, Tombole, Aviano) ed insieme le strutture nucleari, anche qui le vecchie e le nuove, che di "civile" hanno solo il nome.
 
La riduzione delle spese militari e belliche, insieme alla rivendicazione del ritiro delle nostre truppe dall'estero, ed in particolare dall'Afghanistan, può e deve cercare il collegamento con le mobilitazioni sociali e sindacali che stanno partendo da questo Autunno. Questo ultimo è uno spunto che può ricevere impulso dalla mobilitazione che Turi ed Agnese ci stanno sollecitando a lanciare ed alla cui chiamata risponderemo con piena convinzione.

giovedì 12 novembre 2009

Turi Vaccaro arrestato a Vicenza domani processato!

Arrestato a Vicenza Turi Vaccaro- Pellegrino di Pace

Fermiamo il Fuoco Atomico  solidarizza con  l'attivista nonviolento dei "Ploughshares"


Turi Vaccaro, il "pellegrino di pace", dovremmo  conoscerlo tutti perché nel 2005 è stato protagonista in Olanda di una storica azione pacifista: penetrato nell'officina di riparazione di Woensdrecht, ex Base NATO, aveva reso inservibili 2 aerei da combattimento F16 distruggendone i comandi a martellate.
Dopo aver concluso l'8 novembre il Cammino di Nonviolenza Napoli-Vicenza (1.900 km a piedi iniziati il 6 agosto scorso dalla città partenopea, con tappe di 20-30 km al giorno) partecipatondo alla Marcia per la Pace e la nonviolenza di Domenica, nei giornisuccessivi aveva interrogato a lungo i suoi sogni e aveva a lungo meditato per capire quale poteva essere il suo contributo personale - oggi - all'affermazione della nonviolenza.
Non sopportava l'idea che ci fosse un'altra base militare e voleva ribadire la priorità degli usi civili del territorio da consegnare alla piena responsabilità della gente comune.
L'estate di S. Martino (11 novembre) gli era sembrata simbolicamente favorevole alla sua semina e anche il Santo, patrono dei pellegrini.
Ieri pomeriggio - 11 novembre - è penetrato nella parte militare del Dal Molin insieme ad Agnese Priante del gruppo donne del Presidio Permanente.
Aveva con se un disegno solare che le aveva affidato Alice delle Piagge (Firenze) dove era passato di recente percorrendo il suo itinerario, cui Fermiamo il Fuoco Atomico ha fatto da supporto politico e logistico.

Diceva che lo aveva ricevuto proprio per favorire questa azione.
Aveva preparato i semi secondo il sistema dell' agricoltura biologica di Fukuoka. (Inserimento dei semi in palline di argilla- la stessa del Dal Molin).
Li ha seminati insieme alla sua accompagnatrice. Poi sono stati fermati dai carabinieri della SETAF.
Ora Turi è nel carcere di S.Pio X di Vicenza. L'accompagnatrice è stata rilasciata.
Turi sarà processato domani - 13 novembre - per direttissima dal Tribunale di Vicenza.

La Casa per la Pace, il Tavolo della Consultazione e il Comitato vicentino della Marcia Mondiale hanno solidarizzato con Turi sottolineando il carattere del tutto nonviolento della sua azione per la quale personalmente era disposto fin dall'inizio a pagare il prezzo eventuale di una incarcerazione.

Per quanto ci riguarda, sottolineamo come le pratiche di azione diretta rappresentino un invito simbolico a non mollare, a non rassegnarsi, a non accettare "compensazioni", ma a proseguire con la non collaborazione attiva - individuale e di massa - nei riguardi delle strutture dell'ingiustizia e della violenza organizzata, quali le basi militari di supporto ad un modello offensivo, nuclearizzato e guerrafondaio, nel contesto della NATO.

Aspettiamo e sollecitiamo l'immediato rilascio di Turi sicuri della sua disponibilità ad organizzare con noi l'attività di "Nukewatch" intorno alle ex centrali nucleari italiane che ospitano le scorie radioattive: dobbiamo monitorare ed ostacolare i pericolosi movimenti di trasporto su treni notturni (uno alla settimana) verso Sellafield - in Gran Bretagna - e ritorno, dove le suddette scorie, dopo il ritrattamento, vengono depositate temporamente accanto agli impianti. (Latina, Trino, eccetera, verranno riattivate con tecnologia EPR in seguito agli accordi Berlusconi-Sarkozy sul rilancio dell'atomo sedicente "di pace").

Milano 12 novembre 2009

 
Info e adesioni: Coordinamento FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO c/o Campagna OSM/DPN, via M. Pichi, 1 - 20143 Milano - tel. 02/58101226 http://www.osmdpn.it/
Alfonso Navarra - cell. 349-5211837

 

Turi Vaccaro, il pellegrino di pace dei "Plougshares", il "Martello di Dio", il Diogene contemporaneo, sarà processato domani mattina, 13 novembre, inizio udienza ore 9.00, per direttissima dal Tribunale di Vicenza, imputato dell'art.260 cp ("introduzione clandestina in luogo militare"), per il quale rischia da 1 a 5 anni di carcere.

E' stato arrestato ieri, 11 novembre, per essere entrato, in compagnia di una donna vicentina, di nome Agnese, nell'area militare del Dal Molin, dove dovrebbe essere edificata la "Ederle 2", per dar vita alla simbolica "semina di S. Martino".

Turi è attualmente detenuto presso il carcere di S. Pio X, mentre Agnese, in un primo tempo trattenuta presso il comando Setaf della Ederle 1, è stata subito rilasciata dopo il fermo.

Diversamente dall'Olanda, nel caso degli F16 "disarmati" nel 2005 a colpi di mazza, in cui era "gestito" dall'avvocato Meindert Sterling, presidente della IALANA, Turi ha deciso di rifiutare ogni difesa legale, anche se sarà assistito d'ufficio dall'avvocato Claudio Mondin, procuratogli da Agnese.

Per esperienza personale, avendo scontato - tra l'altro -  8 mesi di carcere preventivo per essere entrato nella base di Comiso nel 1983, posso dire con cognizione di causa che la magistratura tende a sdrammatizzare e derubricare le "invasioni pacifiste" di basi militari nell'art. 682, riguardante l' "ingresso arbitrario in luoghi, ove l'accesso è vietato nell'interesse militare dello Stato".

L'art. 682 è una semplice contravvenzione, non un reato, ed è punito con l'arresto di tre mesi - fino al massimo di un anno - sanzione comunque commutabile in una semplice ammenda, che non macchia il certificato penale (al sottoscritto chiesero a suo tempo, con la sentenza dei giudici di Ragusa, solo 100.000 lire!).

Naturalmente nessuno può mettere la mano sul fuoco su ciò che deciderà il Tribunale di Vicenza, se si considera la discrezionalità ai limiti dell'arbitrarietà che caratterizza fisiologicamente il funzionamento della "malagiustizia" italiana.

Conoscendo benissimo l'amico Turi, che frequento fraternamente da decenni, me lo immagino al momento felice come una Pasqua. Egli è un nonviolento d'assalto, e vive secondo la convinzione gandhiana che "in un sistema ingiusto, il posto giusto per l'uomo giusto è il carcere".

La libertà è il controllo autogestito del tempo per potere seguire il proprio sogno di pace, non dipende in modo decisivo da costrizioni spaziali esterne.

Questa libertà diventa piena felicità quando ottiene l'inserimento in una comunità che riconosce ed apprezza il tuo contributo.

Tutto il resto è la paura inutile che ci rende meschini, sopravviventi, quindi vivi solo a metà.

La nonviolenza, nella concezione gandhiana, è il massimo del coraggio. Qual è il contrario dell'amore? Secondo Gandhi la paura, non l'odio. Profondo, no?

Turi cita spesso il passo evangelico sui gigli del campo: la cosa essenziale è occuparci del Regno di Dio, lottare per la giustizia; il resto ci viene dato in sovrappiù.

Potete stare sicuri che egli non teme la galera. Dopo l'azione di Woensdrecht contro gli F16 avrebbe potuto scappare, ma si è lasciato prendere ed arrestare volontariamente.

La disobbedienza civile gandhiana non si compie calandosi il passamontagna sul volto, ma a viso aperto, in piena e pubblica responsabilità, talvolta rivendicando il "massimo della pena".

Siamo noi, movimento, che - al contrario - dobbiamo darci da fare per rivendicare la legittimità della protesta di Turi: non è illegale seminare la terra custodita dalla comunità vicentina, illegale e anticostituzionale è occuparla e profanarla con una struttura di guerra.

E questo vale per tutte le basi NATO che infestano la nostra Italia, espressione di un modello offensivo, belligeno, nuclearizzato.

Per questo dobbiamo esigere che Turi sia liberato subito e dobbiamo trarre esempio dal suo coraggio e dal suo spirito di resistenza.

 

Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari

 
La voglia di pace non si arresta

SOLIDARIETÀ DEL PRESIDIO NO DAL MOLIN A TURI E AGNESE

Il Presidio Permanente solidarizza con i pacifisti autori
del pacifico blitz all'interno del cantiere della nuova
base Usa al Dal Molin e invita tutti ad esprimere la propria
solidarietà e la richiesta di rilascio di Turi,
attualmente rinchiuso nel carcere di S. Pio X.

Agnese è una cittadina di Vicenza. Turi è un amico della
nostra città. Entrambi hanno deciso di penetrare
all'interno del cantiere del Dal Molin, per piantare
pacificamente dei fiori, portando un messaggio di pace. In
questo momento Turi si trova in stato di fermo e trattenuto
nel carcere di S. Pio X.
Quella messa in atto è un'azione gandhiana, che mette in
pratica i richiami alla speranza e alla pace giunti a
Vicenza anche negli ultimi giorni, riaffermando
concretamente la volontà di continuare a difendere la
città, non arrendendosi, a differenza di altri, di fronte
alle difficoltà. Quest'azione trasmette chiaramente un
messaggio di volontà e speranza, nel proseguio del cammino
di tanti uomini e donne che, da tempo, hanno deciso di non
voltarsi dall'altra parte di fronte al sopruso ai danni
della nostra città e all'arroganza di chi vuole rimanere
sordo di fronte all'indignazione di una comunità. In
questa città chi sradica gli alberi per far posto ad una
base militare merita di essere protetto, mentre i veri
cittadini che cercano di difendere la propria terra vengono
arrestati per il semplice fatto di piantare semi di
speranza, anziché pali di cemento che comprometteranno per
i prossimi decenni la falda acquifera.
Agnese e Turi meritano il plauso e la solidarietà di tutti
coloro che continuano a ritenere il Dal Molin una ferita
inferta a Vicenza e ai suoi cittadini. A loro vogliamo far
sentire il calore umano di questa comunità, vogliamo
stringerli in un simbolico e prottettivo abbraccio.

Per questo chiediamo a tutti di venire a manifestare
pubblicamente la propria solidarietà stasera alle 18.30
nel piazzale antistante il carcere di S. Pio X.

La voglia di pace non si arresta, vogliamo Turi nuovamente
in mezzo a noi.

www.nodalmolin.it

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Presidio Permanente No Dal Molin
Via Ponte Marchese - Vicenza
c.p. 303 36100 Vicenza

www.nodalmolin.it

lunedì 26 ottobre 2009

Lo scudo europeo di Obama

da parte di Alfonso Navarra - FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO
Oggi 26 ottobre, ore 21.00, alla LOC, via Mario Pichi, 1 - Milano
Accogliamo Turi Vaccaro, staffetta del "Cammino di Nonviolenza" che è partito a piedi da Napoli il 6 agosto e si dirige a Vicenza, inoltre la performance di Julio Montesinos, alias "Tumba Tumba"
Tel. 02-58101226

A commento delle notizie sullo scudo antimissile europeo (vedi articolo del "Manifesto" sotto riportato), stavolta candidato NATO e non USA, bisogna sempre ricordare che Barack Obama, in quanto presidente USA, se non è il guerrafondaio Bush, non è nemmeno la "stella pacifista" dipinta dagli editoriali di Raniero La Valle.

Nell'ambito del sistema a centralità MIEC (complesso militare-industriale-energetico "duro") il mondo senza armi nucleari può portare solo - sono costretto a ripetermi - ad una "deterrenza minima", che tiene conto dell'obsolescenza tecnologica del megatonaggio bruto.

La tecnologia della Bomba Atomica è destinata inevitabilmente a diffondersi: di qui l'esigenza di controllare l'accesso al "club" delle potenze nucleari LATENTI per salvare l'apparenza del TNP - Trattato di Non Proliferazione nucleare .

La nuova strategia americana si presenta come un mix di strumenti diplomatici e tecnologici di controllo sulla produzione e distribuzione di materiale fissile, di reti di sistemi antimissile in grado di difendere gli Stati Uniti ed i suoi alleati (NATO, Giappone...) e di una riconversione degli arsenali verso armi di nuova concezione (le armi ambientali) e di nuova generazione tecnologicamente molto avanzate, addirittura basate su nuovi principi fisici, che altri paesi non sono in grado di sviluppare, al fine di conservare, ad un nuovo livello, il "monopolio" tecnologico militare.

Quello che si può sperare di ottenere, con Obama impegnato dal Premio Nobel, ma soprattutto grazie alla mobilitazione della società civile internazionale, è la fuoriuscita dalla centralità della "guerra infinita" nel sistema delle relazioni internazionali, che dovrebbe ridimensionare il ruolo e le pretese del militarismo transnazionale. Non è poco, nell'attuale momento storico.

Il discorso è sosfisticato per coloro che preferiscono recitare il mantra degli "imperialisti" tutti ugualmente "cattivi" allo stesso modo. Ma va sviluppato ed approfondito se si parte dal concetto che le trasformazioni rivoluzionarie richiedono una base di "verità fattuale"...

da "Il Manifesto" 24 ottobre 2009

EST-NATO Sì di Varsavia e Praga a Biden
Obama lancia il nuovo «scudo» antimissile Usa - di Tommaso Di Francesco

Questo giornale, il 17 settembre scorso, non ha esitato a commentare positivamente la scelta di Barack Obama di rinunciare al sistema di Scudo antimissile avviato due anni prima da Bush, che prevedeva 10 rampe di missili intercettori nel nord della Polonia e una megabase Radar nella Repubblica ceca, a nemmeno 70 chilometri da Praga, e che veniva sancito unilateralmente con accordi diretti, sorpassando anche l'Alleanza atlantica. Fu una dura iniziativa, lanciata ufficialmente contro il pericolo iraniano, intanto però schierata - basta vedere la cartina dell'Europa centrale - alla frontiera della Russia. Uno Scudo avvertito da Mosca come una minaccia, tantopiù che già la tragica strategia di allargamento a est della Nato metteva, e mette, in pericolo gli equilibri usciti dalla Guerra fredda con una vera e propria offensiva di basi militari occidentali dentro i paesi dell'ex Patto di Varsavia e dell'ex Urss. La crisi ucraina e il conflitto armato lanciato dalla Georgia nell'estate del 2008 hanno reso evidente questo scenario.
La strategia di Bush fidava sull'accettazione di alcuni paesi chiave in Europa, a partire dall'Italia che, nel febbraio del 2007 aderì con il governo di centrosinistra Prodi al trattato sullo Scudo antimissile in silenzio, senza che la coalizione di governo ne sapesse alcunché e senza dibattito parlamentare. Era gravissimo, anche perché lo Scudo che veniva presentato come «di difesa» era in realtà un'arma micidiale dotata della potenzialità del first strike (primo colpo), per testate capaci di montare anche armi atomiche.
Obama un mese e mezzo fa apportò una svolta sostanziale, straordinaria e importante, ma «non di pace». Visto che motivava la decisione - certo, all'interno di un discorso generale sul fine alla corsa mondiale al riarmo atomico - con la scarsa efficacia, attendibilità scientifica e operativa dello Scudo antimissile avviato da Bush. Si preoccupò anche di ringraziare le leadership dell'est, polacca e ceca - alleate di Bush nella guerra all'Iraq - per la disponibilità ad accettare quel pesante sistema d'armi e promettendo un ricoinvolgimento nel nuovo sistema di difesa. In quello stesso giorno il ministro della difesa Robert Gates, lo stesso di Bush ma confermato da Obama, spiegò che il nuovo piano antimissili Usa si sarebbe dispiegato con maggiore forza e capacità a partire dal 2015 in strutture mobili, con l'uso della navi da guerra Usa «per proteggere l'Europa da minacce immediate».
Ora arrivano le conferme, gravi, del nuovo Scudo di Obama, forse perfino più pericoloso perché sarà impiantato su una «architettura mobile» e anche questo posizionato a est, in Polonia e nella Repubblica ceca, probabilmente negli stessi siti previsti per lo Scudo di Bush. Unica «novità», la Nato stavolta è informata e partecipe.
È stata la missione di quattro giorni del vice-presidente americano Joe Biden - l'uomo che rappresenta gli interessi dell'industria (anche delle armi) dell'America e il protagonista «democratico» dell'allargamento a est della Nato per l'amministrazione Clinton - a rilanciare con lo Scudo di Obama. Con l'intento dichiarato di «sostenere e rassicurare» i governi di Varsavia e Praga: l'impegno per un sistema missilistico non era abbandonato. Ora sappiamo così che il nuovo approccio Usa è basato sul dislocamento nel 2011 di alcune navi Usa nel Mediterraneo e nel Mare del Nord (dotate di potenti sensori radar e missili intercettori SM-3 a medio raggio) e sulla installazione nel 2015 di una versione più sofisticata degli stessi missili nelle basi terrestri in diversi Paesi, a partire dalla Polonia e dalla Repubblica ceca. Stavolta aperto a tutti gli Alleati atlantici. Questa è la nuova «architettura» che Biden ha spiegato al primo ministro polacco Tusk ben contento di continuare la tradizione di sponda americana, e al primo ministro ceco Fischer. Rassicurando entrambi che non c'è stata nessuna trattativa segreta con Mosca su questo. Così, secondo le precisazioni di Biden già a novembre verrà a Praga una squadra di esperti americani per discutere «l'architettura» - rieccola - del nuovo sistema di difesa. E Fischer ha sottolineato che Praga innanzitutto deve «trovare e concretizzare» il suo posto nel nuovo sistema di difesa sulla base delle informazioni che fornirà Washington. Il vicepresidente Usa ha rilevato che gli Usa prendono la Repubblica Ceca per un Paese «sufficientemente evoluto» in grado di decidere da solo il suo posto nel nuovo sistema. Sembra di capire che l'«evoluzione» consista nell'accettazione comunque di un sistema d'arma micidiale.
Anche stavolta stesso discorso a Bratislava, in Slovacchia - l'altra terra che componeva con la Boemia-Moravia la Cecoslovacchia -, al vertice Nato sull'Afghanistan, del ministro della difesa Usa Robert Gates arrivato a coinvolgere la Nato, superando l'unilateralismo di Bush ma confermando la nuova «architettura» di armi micidiali alla frontiera con la Russia, ufficialmente per il «pericolo Iran». Mosca, per ora, tace.
È incredibile che l'unica motivazione adottata da Obama, Biden e Gates sia stata quella di rassicurare i governi polacco e ceco su sovvenzioni e congrui affari nella trasformazione del territorio dei due paesi in basi di guerra. Senza riflettere sulla forte opposizione popolare nei due paesi alla installazione di nuove basi militari, che ha visto scendere in piazza una nuova generazione e, a Praga, anche i «vecchi» portavoce di Charta 77. A venti anni dall'89, che direbbe Dubcek di questa devastazione?

martedì 29 settembre 2009

CODEX ALIMENTARIUS - lento sterminio di massa

CODEX ALIMENTARIUS -  lento sterminio di massa:  GUARDA IL VIDEO !!!
EXPO 2015 con il suo tema "Nutrire il Pianeta" potrebbe diventare la porta di accesso per gli OGM in Europa (tra le poche fette di mondo ancora sotto questo aspetto, abbastanza incontaminate), nonchè la vetrina "universale" del gruppo di potere che intende tenere in pugno l'umanità intera prendendola letteralmente per la gola ... il nuovo ordine alimentare, capeggiato dalla MONSANTO (guarda il film "IL MONDO SECONDO MONSANTO") è già in agguato ed il loro "codice" entrerà in vigore il 31/12/09 ...
NON C'è TEMPO DA PERDERE!

venerdì 29 maggio 2009

Novara: 2 GIUGNO h15 Corteo contro guerra e cacciabombardieri F35 + intervista

2 GIUGNO h15 MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA GUERRA E GLI F-35 ... TUTTE/I A NOVARA !
Concentramento piazza Garibaldi (davanti alla stazione F.S.)
 
OLTRE 13 MILIARDI DI EURO SPESI PER IL CACCIAMBOMBARDIERE ATOMICO F-35

PER INFO VISITA IL SITO DELL?ASSEMBLEA PERMANENTE NO-F35: http://www.nof35.org/

SCARICA E DIFFONDI IL VOLANTINO:

 
car*, vi segnalo questo mio ultimo articolo sull'F35:
e l'intervista a Valter Bovolenta del coordinamento noF35, ad opera di Enrico Piovesana:
 
diffondete per i vostri canali, per favore, con l'invito a dare l'adesione e ad esserci... alla manifestazione nazionale noF35 che ci sarà a Novara il prossimo 2 giugno ...
grazie!
ciao!
 

Il caccia F-35 di cui si doterà l'Italia è funzionale all'attuale scenario di guerra permanente

Scritto per noi da
Stefano Ferrario

Il nuovo 'caccia da attacco combinato' (Joint Strike Fighter) F-35 'Fulmine', di cui l'Italia acquisterà 131 esemplari, è un aereo militare che, per la sua configurazione, è predisposto non per giacere in un hangar o per il controllo dei cieli di un paese, bensì per compiere azioni di aggressione - anche con armi nucleari - tipiche dell'attuale scenario di guerra permanente.

Alenia costruirà 700 esemplari. La costruzione dell'F-35 avverrà negli Usa (negli stabilimenti della Lockheed Martin in Texas) per le forze armate nordamericane e britanniche (2.581 aerei), e in Italia (nello stabilimento Alenia Aeronautica all'aeroporto militare di Cameri, a Novara) per la nostra aeronautica militare (131 aerei) e per quelle degli altri sei partner internazionali del progetto: Olanda, Danimarca, Norvegia, Turchia, Canada e Australia (570 aerei). A questi potrebbero aggiungersi in futuro altri clienti internazionali: già certi Singapore e Israele (con 25 aerei già ordinati più 50 in opzione).

13 miliardi solo per cominciare. Il costo dei 131 F-35 per i cittadini italiani sarà elevatissimo: la cifra di 13 miliardi di euro, che è solo il prezzo per l'acquisto dei velivoli, è destinata ad aumentare poiché gli aggiornamenti tecnici che questi aerei necessiteranno nel corso degli anni sono molto costosi.
Questa è la più imponente commessa per Alenia Aeronautica (appartenente al Gruppo Finmeccanica), che fa già affari d'oro con le forniture all'aeronautica militare italiana dei caccia Eurofighter e con quelle degli aerei militari da trasporto C-27J 'Spartan' alle forze aeree degli ex satelliti sovietici recentemente entrati a far parte della Nato.

E i risvolti occupazionali? Anche per il programma F-35 si conferma la scarsissima ricaduta occupazionale per la costruzione di sistemi d'arma in campo aeronautico rispetto ad analoghi progetti in campo civile. La differenza di base sta nell'enorme fatturato che garantisce il militare rispetto al civile. Infatti, sono 2.000 le persone, più l'indotto, che già vivono a Cameri sull'industria dei caccia. Potrebbero diventare 2.200, cui si aggiungerebbero 800 dipendenti dell'indotto, con la partenza del progetto.

 

 

Intervista a Walter Bovolenta, dell'Assemblea Permanente 'NO F-35'

Perché siete contrari al programma di riarmo F-35 Joint Strike Fighter?

I caccia-bombardieri F-35 rappresentano il primo sistema d'arma concepito per rispondere alle esigenze della nuova 'gendarmeria mondiale' rappresentata dalla Nato. L'Italia produrrà e si doterà di un aereo militare ideato non per difendere il nostro spazio aereo nazionale, ma per partecipate a future missioni di guerra all'estero, per andare a bombardare in giro per il mondo, seminando morte, distruzione e sofferenza.
Oltre a queste ragioni di principio, siamo contrari agli F-35 anche per ragioni di ordine economico: questa impresa costerà ai cittadini italiani almeno 13 miliardi di euro. Una cifra impressionante, soprattutto in tempi di crisi economica, che potrebbe essere investita per migliorare le condizioni di vita di tutti, per redistribuire il reddito, per sviluppare fonti di energia rinnovabili o per tutelare il nostro territorio.

A proposito di territorio, perché giudicate negativo l'impatto dello stabilimento di Cameri dove verranno prodotti gli F-35?

L'aeroporto militare di Cameri, a due passi da Novara e Varese, diventerà il centro di collaudo di tutti i velivoli che verranno prodotti e in futuro aggiornati nello stabilimento di Finmeccanica all'interno della base. Questo significa che per i prossimi decenni i nostri cieli saranno continuamente solcati da questi caccia, che producono un enorme inquinamento ambientale e acustico, con le relative gravi conseguenze per la salute e la qualità della vita degli abitanti della zona. Non dimentichiamo che Cameri si trova ai confini del Parco del Ticino.
Inoltre, la nascita di uno stabilimento militare di importanza internazionale produrrà un'ulteriore militarizzazione del nostro territorio, su cui già gravano le grandi basi militari di Solbiate Olona e di Bellinzago.

Quando e come è nata la vostra associazione contro gli F-35?

L'adesione iniziale dell'Italia al progetto Joint Strike Fighter risale al 1996 ed è stata successivamente confermata da tutti i governi, sia di centrodestra che di centrosinistra. Ma la firma definitiva dell'accordo è avvenuta solo nel febbraio 2007, quando il sottosegretario alla Difesa del governo Prodi, Lorenzo Forcieri, ha incontrato a Washington il suo collega statunitense Gordon England. E' stato allora che diversi gruppi e associazioni locali presenti sul territorio novarese si erano unite in un Coordinamento contro gli F-35'. Nel 2008, con l'adesione di alcuni gruppi lombardi contrari al progetto Joint Strike Fighter, il Coordinamento si è trasformato in L'Assemblea Permanente 'NO F-35'.

Come mai l'opposizione a questo progetto, vecchio di tredici anni, si fa sentire solo adesso?

Il consenso 'bipartisan' di tutto il mondo politico italiano su questo programma di riarmo e il conseguente assoluto silenzio mediatico verso questa faccenda hanno fatto sì che il movimento pacifista non si sia mai mobilitato in merito. Finora abbiamo fatto tutto da soli.

Quali azioni di protesta avete organizzato finora?

Abbiamo informato e sensibilizzato la popolazione locale, interessata dal futuro stabilimento di Cameri, organizzando incontri, manifestazioni, presidi e mettendo in piedi un sito Internet con documenti e notizie, abbiamo scritto lettere e appelli alle autorità locali, nazionali e perfino al presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Ora stiamo organizzando una grande manifestazione di protesta a Novara per sabato 30 maggio: l'appuntamento è alle 15, davanti alla stazione ferroviaria in piazza Garibaldi. Da lì partiremo per percorrere le strade della città e per gridare forte la nostra opposizione a questa ennesima impresa di morte.

Enrico Piovesana





giovedì 14 maggio 2009

Nucleare via libera del senato

DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA

 

La Repubblica di ieri (13-5-09) ci informa che il Senato ha dato il via libera al ritorno del nucleare in Italia.

"Ieri l'assemblea di Palazzo Madama ha approvato (con 142 sì e 105 no: sì del Pdl e dell'Udc, no del PD e dell'Idv) gli articoli 14-15 e 16 del disegno di legge "Sviluppo ed energia" che danno al governo la delega per adottare entro sei mesi (nel precedente testo si parlava del 30 giugno 2009), e dopo una delibera del Cipe, più decreti per il ripristino dell'intera filiera di produzione dell'energia atomica...

... Sono previste procedure velocizzate per la costruzione delle centrali da parte di consorzi: la cosiddetta "autorizzazione unica" che sotituisce ogni tipo di licenza e nulla osta tranne la VIA e la VAS...

... Sono previste inoltre misure compensative in favore delle popolazioni interessate...

... Nel febbraio scorso Berlusconi e Sarkozy hanno già siglato una intesa per la produzione di energia nucleare che coinvolge EDF ed ENEL...

... I siti saranno oggetto di segreto militare...

... Sono stati inseriti emendamenti migliorativi da parte del PD, accolti dal governo: uno di questi prevede che i benefici compensativi ai cittadini che vivono in prossimità delle nuove centrali saranno a carico delle imprese..."

Per quanto riguarda i siti dove localizzare le nuove centrali, Maurizio Ricci, nel suo dossier, pubblicato sempre su Repubblica di oggi, parte dalla mappa del CNEN disegnata negli anni '70.

In Lombardia l'area più idonea si troverebbe nel mantovano ...


MEGLIO ATTIVI OGGI CHE RADIOATTIVI DOMANI

TRE problemi straordinari segnano il nostro tempo:
A le fonti fossili ( petrolio innanzitutto) sono in esaurimento e ciò provoca crisi economica, ma anche guerre e distruzione
B la combustione dei fossili ha aumentato l’anidride carbonica ( CO2) nell’aria che ha provocato l’aumento della temperatura sul pianeta
C I paesi ricchi di risorse energetiche e naturali sono quelli in cui la popolazione è più povera perchè subisce la depredazione del proprio Territorio da parte delle multinazionali

PER FAR FRONTE A QUESTI PROBLEMI STRAORDINARI È NECESSARIO :

A sviluppare in modo massiccio fonti rinnovabili di energia ( solare, fotovoltaico, eolico) che devono essere promossi con incentivi pubblici e l’utilizzo della leva fiscale.
B ridurre i consumi di energia favorendo i mezzi pubblici,le biciclette, riutilizzando le risorse, diminuendo i rifiuti
C aumentare l’efficienza energetica con la riqualificazione degli edifici e degli elettrodomestici

CIÒ CHE NON SI DEVE ASSOLUTAMENTE FARE
È RITORNARE AL NUCLEARE CIOÈ COSTRUIRE NUOVE CENTRALI NUCLEARI COME VUOLE FARE IL GOVERNO BERLUSCONI.


Dobbiamo rifiutare il nucleare, come abbiamo già fatto nel referendum del 1987 perché:
1 le centrali nucleari hanno costi molto elevati (5 miliardi di euro l’una) che gravano sulle nostre finanze e richiedono tempi di costruzione molto lunghi (10 anni circa)
2 le centrali nucleari continuano ad avere problemi di sicurezza per le popolazioni (in questi anni ci sono stati tanti incidenti nucleari che spesso vengono sottaciuti). La radioattività è una delle cause dell’aumento di leucemie e tumori
3 le centrali nucleari hanno problemi di smaltimento delle scorie radioattive e del materiale nucleare ( non abbiamo ancora smaltito le scorie delle centrali nucleari di 30 anni fa. Nella bolletta alla voce A2 paghiamo una retta per il loro smaltimento. Nessun Comune le vuole sul suo territorio)
4 l’uranio che serve per le centrali nucleari è una risorsa in via di esaurimento ( ci sarà solo fino al 2050) e costa moltissimo, richiede molta energia per estrarlo
5 le centrali nucleari richiedono enormi quantità d’acqua, un bene che sta scarseggiando
6 le centrali nucleari producono CO2 durante l’estrazione, il trasporto, la purificazione e l’arricchimento dell’uranio ( gli impianti di arricchimento utilizzano impianti a carbone), durante la costruzione delle centrali e nella fase di smantellamento
7 il nucleare civile è legato al nucleare militare, espone quindi il mondo a rischi di proliferazione delle armi nucleari e al terrorismo ( è l’argomento che viene portato contro l’Iran)
8 il nucleare civile è un modello che richiede sistemi di gestione autoritari, centralizzati ed antidemocratici. Non a caso le centrali nucleari civili vengono considerate alla stregua di siti militari.