Arrestato a Vicenza Turi Vaccaro- Pellegrino di PaceFermiamo il Fuoco Atomico solidarizza con l'attivista nonviolento dei "Ploughshares"
Diceva che lo aveva ricevuto proprio per favorire questa azione. Per quanto ci riguarda, sottolineamo come le pratiche di azione diretta rappresentino un invito simbolico a non mollare, a non rassegnarsi, a non accettare "compensazioni", ma a proseguire con la non collaborazione attiva - individuale e di massa - nei riguardi delle strutture dell'ingiustizia e della violenza organizzata, quali le basi militari di supporto ad un modello offensivo, nuclearizzato e guerrafondaio, nel contesto della NATO. Aspettiamo e sollecitiamo l'immediato rilascio di Turi sicuri della sua disponibilità ad organizzare con noi l'attività di "Nukewatch" intorno alle ex centrali nucleari italiane che ospitano le scorie radioattive: dobbiamo monitorare ed ostacolare i pericolosi movimenti di trasporto su treni notturni (uno alla settimana) verso Sellafield - in Gran Bretagna - e ritorno, dove le suddette scorie, dopo il ritrattamento, vengono depositate temporamente accanto agli impianti. (Latina, Trino, eccetera, verranno riattivate con tecnologia EPR in seguito agli accordi Berlusconi-Sarkozy sul rilancio dell'atomo sedicente "di pace"). |
Turi Vaccaro, il pellegrino di pace dei "Plougshares", il "Martello di Dio", il Diogene contemporaneo, sarà processato domani mattina, 13 novembre, inizio udienza ore 9.00, per direttissima dal Tribunale di Vicenza, imputato dell'art.260 cp ("introduzione clandestina in luogo militare"), per il quale rischia da 1 a 5 anni di carcere.
E' stato arrestato ieri, 11 novembre, per essere entrato, in compagnia di una donna vicentina, di nome Agnese, nell'area militare del Dal Molin, dove dovrebbe essere edificata la "Ederle 2", per dar vita alla simbolica "semina di S. Martino".
Turi è attualmente detenuto presso il carcere di S. Pio X, mentre Agnese, in un primo tempo trattenuta presso il comando Setaf della Ederle 1, è stata subito rilasciata dopo il fermo.
Diversamente dall'Olanda, nel caso degli F16 "disarmati" nel 2005 a colpi di mazza, in cui era "gestito" dall'avvocato Meindert Sterling, presidente della IALANA, Turi ha deciso di rifiutare ogni difesa legale, anche se sarà assistito d'ufficio dall'avvocato Claudio Mondin, procuratogli da Agnese.
Per esperienza personale, avendo scontato - tra l'altro - 8 mesi di carcere preventivo per essere entrato nella base di Comiso nel 1983, posso dire con cognizione di causa che la magistratura tende a sdrammatizzare e derubricare le "invasioni pacifiste" di basi militari nell'art. 682, riguardante l' "ingresso arbitrario in luoghi, ove l'accesso è vietato nell'interesse militare dello Stato".
L'art. 682 è una semplice contravvenzione, non un reato, ed è punito con l'arresto di tre mesi - fino al massimo di un anno - sanzione comunque commutabile in una semplice ammenda, che non macchia il certificato penale (al sottoscritto chiesero a suo tempo, con la sentenza dei giudici di Ragusa, solo 100.000 lire!).
Naturalmente nessuno può mettere la mano sul fuoco su ciò che deciderà il Tribunale di Vicenza, se si considera la discrezionalità ai limiti dell'arbitrarietà che caratterizza fisiologicamente il funzionamento della "malagiustizia" italiana.
Conoscendo benissimo l'amico Turi, che frequento fraternamente da decenni, me lo immagino al momento felice come una Pasqua. Egli è un nonviolento d'assalto, e vive secondo la convinzione gandhiana che "in un sistema ingiusto, il posto giusto per l'uomo giusto è il carcere".
La libertà è il controllo autogestito del tempo per potere seguire il proprio sogno di pace, non dipende in modo decisivo da costrizioni spaziali esterne.
Questa libertà diventa piena felicità quando ottiene l'inserimento in una comunità che riconosce ed apprezza il tuo contributo.
Tutto il resto è la paura inutile che ci rende meschini, sopravviventi, quindi vivi solo a metà.
La nonviolenza, nella concezione gandhiana, è il massimo del coraggio. Qual è il contrario dell'amore? Secondo Gandhi la paura, non l'odio. Profondo, no?
Turi cita spesso il passo evangelico sui gigli del campo: la cosa essenziale è occuparci del Regno di Dio, lottare per la giustizia; il resto ci viene dato in sovrappiù.
Potete stare sicuri che egli non teme la galera. Dopo l'azione di Woensdrecht contro gli F16 avrebbe potuto scappare, ma si è lasciato prendere ed arrestare volontariamente.
La disobbedienza civile gandhiana non si compie calandosi il passamontagna sul volto, ma a viso aperto, in piena e pubblica responsabilità, talvolta rivendicando il "massimo della pena".
Siamo noi, movimento, che - al contrario - dobbiamo darci da fare per rivendicare la legittimità della protesta di Turi: non è illegale seminare la terra custodita dalla comunità vicentina, illegale e anticostituzionale è occuparla e profanarla con una struttura di guerra.
E questo vale per tutte le basi NATO che infestano la nostra Italia, espressione di un modello offensivo, belligeno, nuclearizzato.
Per questo dobbiamo esigere che Turi sia liberato subito e dobbiamo trarre esempio dal suo coraggio e dal suo spirito di resistenza.
Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari
SOLIDARIETÀ DEL PRESIDIO NO DAL MOLIN A TURI E AGNESE
Il Presidio Permanente solidarizza con i pacifisti autori
del pacifico blitz all'interno del cantiere della nuova
base Usa al Dal Molin e invita tutti ad esprimere la propria
solidarietà e la richiesta di rilascio di Turi,
attualmente rinchiuso nel carcere di S. Pio X.
Agnese è una cittadina di Vicenza. Turi è un amico della
nostra città. Entrambi hanno deciso di penetrare
all'interno del cantiere del Dal Molin, per piantare
pacificamente dei fiori, portando un messaggio di pace. In
questo momento Turi si trova in stato di fermo e trattenuto
nel carcere di S. Pio X.
Quella messa in atto è un'azione gandhiana, che mette in
pratica i richiami alla speranza e alla pace giunti a
Vicenza anche negli ultimi giorni, riaffermando
concretamente la volontà di continuare a difendere la
città, non arrendendosi, a differenza di altri, di fronte
alle difficoltà. Quest'azione trasmette chiaramente un
messaggio di volontà e speranza, nel proseguio del cammino
di tanti uomini e donne che, da tempo, hanno deciso di non
voltarsi dall'altra parte di fronte al sopruso ai danni
della nostra città e all'arroganza di chi vuole rimanere
sordo di fronte all'indignazione di una comunità. In
questa città chi sradica gli alberi per far posto ad una
base militare merita di essere protetto, mentre i veri
cittadini che cercano di difendere la propria terra vengono
arrestati per il semplice fatto di piantare semi di
speranza, anziché pali di cemento che comprometteranno per
i prossimi decenni la falda acquifera.
Agnese e Turi meritano il plauso e la solidarietà di tutti
coloro che continuano a ritenere il Dal Molin una ferita
inferta a Vicenza e ai suoi cittadini. A loro vogliamo far
sentire il calore umano di questa comunità, vogliamo
stringerli in un simbolico e prottettivo abbraccio.
Per questo chiediamo a tutti di venire a manifestare
pubblicamente la propria solidarietà stasera alle 18.30
nel piazzale antistante il carcere di S. Pio X.
La voglia di pace non si arresta, vogliamo Turi nuovamente
in mezzo a noi.
www.nodalmolin.it
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Presidio Permanente No Dal Molin
Via Ponte Marchese - Vicenza
c.p. 303 36100 Vicenza
www.nodalmolin.it
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