Sito denuclearizzato

giovedì 26 novembre 2009

Rinviato il processo a Turi ed Agense, slitta la mobilitazione del 27 novembre a Vicenza!

Rinviato il processo del 27 novembre a Turi (Salvatore) Cordaro Vaccaro
 
Stamattina abbiamo telefonato all'avvocato Maurizio Corticelli.
Condivide pienamente l'impostazione che abbiamo proposto per gestire il processo sulla "semina di S. Martino" (vedi documento sotto riportato). Quindi accetta di fare il difensore per Turi
Ma ci informa che l'udienza del 27 novembre verrà rinviata perchè c'è lo sciopero degli avvocati sulla situazione carceraria, cui aderisce.
Questo, ovviamente, significa che la mobilitazione per il 27 novembre salta, ma tutto quanto si stava preparando per l'occasione vale benissimo per la data in cui sarà fissata la nuova udienza.
La proposta del "Gruppo di sostegno ad Agnese e Turi" è stata accolta nella riunione,  di ieri alla Casa per la Pace di Vicenza, come pure quella di una conferenza stampa il giorno del processo.
Nella conferenza stampa, oltre ad Agnese e Turi, prenderebbero la parola anche le persone disponibili a ripetere il gesto di Agnese e Turi (proposta della "semina a staffetta").
Ricordiamole: Alberto L'Abate, Alfonso Navarra, Alessandro Santoro, Pierluigi Ontanetti (tutti comunque condizionati ad una strategia concordata unitariamente con i movimenti vicentini), e Turi stesso e/o attivisti Ploughshares europei che contatterà Turi.
La lista delle adesioni dei disponibili è aperta.
Sotto riportiamo sia la scaletta per il processo che abbiamo sottoposto a Corticelli, e accettata dall'avvocato, sia una lettera di Alberto L'Abate che ribadisce la sua disponibilità a partecipare alla "semina a staffetta".
Alfonso Navarra ci tiene a sottolineare che le modalità di questa ultima iniziativa devono essere "trasparenti e pubbliche": i due aggettivi che qualificano essenzialmente il comportamento nonviolento, che si contrappone appunto a segreto e non comunicato, ad es. calato dall'alto su azioni in corso, tipico dell'organizzazione militare o di chi prende a modello l'organizzazione militare.
Turi ricorda che scrivere al Ministero della Difesa ed alle autorità militari preposte per metterli a conoscenza delle nostre intenzioni e delle nostre modalità nonviolente (mantenendo ovviamente dettagli riservati: bisogna distinguere tra riservatezza e segreto) serve anche per ridurre le probabilità di essere sparati addosso nei tentativi di ingresso (o anche dentro).
E' bene che anche il soldato inesperto sia rassicurato, con le stesse modalità dell'azione (alla luce del sole, con simboli riconoscibili, con comportamenti composti), di non trovarsi di fronte a terroristi.
Non sono preoccupazioni pleonastiche perchè è già avvenuto che attivisti siano stati "gambizzati" o morsi da cani lasciati liberi....
 
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