La Sogin ha individuato 52 aree, secondo i suoi criteri, adatte ad ospitare siti per scorie radioattive. In particolare c'è in ballo il deposito unico, quello che a Scanzano Ionico ha scatenato, nel 2003, la rivolta della popolazione.
Scrive il Corriere della Sera di oggi (23 settembre), in un articolo a firma di Roberto Bagnoli" Ogni area, che ha le dimensioni di circa 300 ettari, essere in grado di accogliere, oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione, anche il parco tecnologico che a regime avrà oltre mille ricercatori. Le zone adatte sono sparse su tutto il territorio italiano con particolare riferimento al Viterbese, alla Maremma, all'area di confine tra la Puglia e la Basilicata, le colline emiliane, alcune zone del Piacentino e del Monferrato. Ma la scelta del deposito nazionale per le scorie non sarà imposta, e avverrà d'accordo con le Regioni, con una sorta di asta: la comunità che accetterà i depositi radioattivi sarà infatti compensata con forti incentivi economici".
La mappa, che è sottoposta a segreto e non disponibile, è basata sui criteri di esclusione, cioé mira non ad individuare i luoghi migliori per ospitare i depositi atomici ma al contrario a dire in quali posti l'impianto non va messo. Toglie dalla candidatura le zone troppo abitate, quelle con rischi sismici e geologici, le montagne, le isole e così via. Poi gli enti locali che si troveranno nelle zone idonee potranno discutere con i cittadini e candidarsi in gara per ospitare gli impianti e l'interessante centro ricerche.
Spiega Bagnoli: "La scelta del deposito nazionale per le scorie non sarà imposta, e avverrà d'accordo con le Regioni, con una sorta di asta: la comunità che accetterà i depositi radioattivi sarà infatti compensata con forti incentivi economici. Il lavoro svolto dalla Sogin e terminato ieri, al quale i ricercatori hanno lavorato un anno, è tuttavia finito in cassaforte in attesa della creazione dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare che doveva già essere pronta prima dell'estate".
Il fatto che il governo insiste affinché la Sogin aspetti, per decidere, che si attivi l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare (cui spetta la vigilanza), porta un ulteriore ritardo per la road map nucleare programmata.
"La prima pietra per il nucleare era stata annunciata per il 2013, ora si parla già del 2014. Almeno un anno di ritardo...Alla Sogin non si riesce a nominare il vertice (5 membri) e la società resta commissariata nelle persone di Francesco Mazzuca e del suo vice Giuseppe Nucci..."
"La prima pietra per il nucleare era stata annunciata per il 2013, ora si parla già del 2014. Almeno un anno di ritardo...Alla Sogin non si riesce a nominare il vertice (5 membri) e la società resta commissariata nelle persone di Francesco Mazzuca e del suo vice Giuseppe Nucci..."
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