Sito denuclearizzato

venerdì 1 ottobre 2010

27 settembre: Aperitivo a Bologna e gita con pranzo a Caorso del 28 settembre

A Bologna la Carovana per la denuclearizzazione civile e militare "catalizza", per iniziativa di Renzo Craighero, un incontro (per informarsi, discutere, riflettere) al Caffè "La Linea", lunedi 27 settembre ore 18.30
Il Caffè La Linea si trova in Piazza Re Enzo 1/4, nel cuore della città, e può essere considerato un luogo cult della scena alternativa bolognese. La Linea è il classico posto da appuntamento per la colazione mattutina, per chi ama prendere il caffè leggendo i quotidiani che il locale da sempre mette a disposizione dei clienti, ma anche per il té delle cinque, per una pausa lavoro e, soprattutto, per l'aperitivo. Sono poi tante e di ogni sorta le iniziative, soprattutto si tratta di incontri culturali, presentazioni di eventi e di libri che caratterizzano una programmazione aderente al clima sempre attuale della città.

SCHEDA: ARTURO E LE SUE SCORIE
La centrale Enrico Fermi (ma chiamata comunemente dai piacentini con il nome di Arturo) fu costruita dal '70 alla primavera del '78 con tecnologia General Electric adottata dall'Ansaldo. Era dotata di una turbina da 860 megawatt . Cominciò la produzione commerciale il 1° dicembre dell'81 e lavorò per cinque anni – fino all'86 – producendo in tutto 29 miliardi di chilowattora. Poco rispetto ai reattori odierni, che hanno il doppio della potenza. La centrale aveva bisogno di investimenti ed era ferma quando arrivò il referendum antinucleare del novembre '87.
Il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia ha appena assicurato che, "Arturo", non sarà riattivata (come aveva ventilato la General Electric). Ma ha anche aggiunto: "Questo sito (Caorso) potrà essere giudicato idoneo, ed è naturale. visto che ha gia’ ospitato una centrale".
Proseguiranno quindi i lavori di decommissioning la cui conclusione è prevista nel 2019: il costo per Caorso si aggira sui 560 milioni di euro. Una cifra allineata agli standard internazionali stimati per lo smantellamento di impianti nucleari. Attualmente siamo a due decimi del totale dei lavori, ma Sogin si è imposta un’accelerazione che dovrebbe permetterle di arrivare al 45% entro il 2011.
RESTA IL PROBLEMA dei rifiuti: all’interno della centrale nucleare sarebbero stoccati ancora circa 8.000 fusti, pari a 1.500 tonnellate. La Regione Emilia Romagna, da parte sua, non vuole neanche sentir parlare di nucleare, sotto qualsiasi forma si presenti. E questo vale non solo per gli impianti, ma anche per le scorie, per le quali la Sogin ha appena concluso la mappatura delle localita’ idonee a ospitarle. Cinquantadue in tutto, tra cui anche, pare (la lista è in cassaforte in attesa che nasca l’Agenzia per la sicurezza del nucleare), le colline emiliane e aree nel piacentino. Ogni area, di 300 ettari l’una, dovra’ essere in grado di accogliere scorie e parco tecnologico (ricercatori compresi). Ma nessuna scelta dovrebbe essere calata dall’alto: i depositi otterranno il via libera con l’ok delle Regioni interessate. Che potrebbero dire sì anche dopo aver fatto due conti: per le comunità che si prendono in carico le scorie sono infatti previsti incentivi economici, senza contare il potenziale indotto creato dal trasferimento di centinaia di ricercatori. Per anni da Caorso treni carichi di scorie dalla centrale sono stati trasportati in Francia. Destinazione, Le Hague, in Normandia, dove veniva e verrà effettuato il riprocessamento del combustibile (il lavoro durerà ancora molti anni). Il trasporto avviene grazie a speciali contenitori (chiamati cask), cilindri alti 4 metri, dal peso a vuoto di 90 tonnellate l’uno. Ogni cask al suo interno contiene 17 barre di uranio. L'ultimo carico - ci ha informato la stampa nazionale (Il Sole 24 Ore) - è partito proprio il 20 giugno di quest'anno. Alla fine - stando alla Sogin - sono state trasportate in totale 1.032 barre "esauste", quindi ad altissima intensità radioattiva. A occuparsi delle barre di combustibile, per le quali in Italia, a causa delle proteste della popolazione, non è mai stato individuato un sito di stoccaggio finale, è la società francese Areva, sulla base di un contratto firmato nel 2007, pochi mesi prima della partenza del primo carico da Caorso. Il contratto prevede il trasporto, il trattamento e il condizionamento del combustibile nucleare esaurito delle ex centrali di Caorso (190 tonnellate), Trino (32) e Garigliano (13). Il trattamento punta a separare quella parte del combustibile già irraggiato che abbia ancora un valore commerciale (e militare), che rimarrà in carico ad Areva, mentre la restante parte (definita "rifiuto finale" nel contratto) dovrà rientrare in Italia non oltre il 31 dicembre 2025. A Le Hague esiste anche un sito di stoccaggio delle scorie delle centrali nucleari francesi, circa 50, che nel 2006 aveva suscitato le polemiche di Greenpeace per la contaminazione delle acque di falda, con un livello medio di radioattività di 750 bequerels/litro contro i 100 previsti dalla normativa europea per l’acqua potabile. Sempre da Caorso, altre 270 tonnellate di rifiuti "a bassa attività" sono in partenza per la Svezia, in base a un contratto da 6,6 milioni di euro siglato in estate tra Sogin e Studsvik. Anche questo materiale, dopo il trattamento, dovrà tornare in Italia.
Va sottolineato che questo via vai delle scorie radioattive è pericolosissimo, anche a prescindere dai possibili "colpi di mano" di attentatori alla ricerca della "bomba sporca". Incidenti lungo le vie ferroviarie possono avvenire ed avvengono, come la cronaca si incarica di ricordarci; un deragliamento di un treno che trasporta rifiuti altamente radioattivi sarebbe però un disastro irrimediabile per territori e popolazioni colpite.

si ringrazia per l'accoglienza il Movimento Airone Rosso
MOVIMENTO CIVICO E ANTINUCLEARISTA CAORSO  
in particolare BARONCINI MAURO (coordinatore) e CLAUDIO MASSARI (attivista)

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